MA QUANTI GIORNALISTI A FARE REALITY-SPETTACOLO!


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Per carità, ognuno è libero di agire come crede. Nel rispetto della propria mentalità e di quella altrui, e nella consapevolezza che serva far ogni tanto qualcosa pur di mantenere viva la propria popolarità o ricrearsi una credibilità stantia. I reality-show di ultima generazione hanno attinto tantissimo dal mondo dello spettacolo per nutrirsi di personaggi famosi, pronti a ridare una spolverata al proprio ego estetico e a rimettersi in gioco, chi cercando talpe, chi vivendo disperso tra gli altri in un’isola deserta, o chi più semplicemente scendendo in pista tra balli e piroette. Ma la recente candidatura, poi accolta, dell’attuale giornalista del TG2 Manuela Moreno a partecipare al reality-show Notti Sul Ghiaccio in partenza domani sera su RaiUno mi fa arricciare un pelo il naso. Sì, una giornalista che si mette in piazza platealmente in una sfida televisiva (stranamente?) mi trova in cocente dissonanza. Ma la Moreno, d’altronde, non è che l’ultima delle presenze da scrivania a partecipare a programmi da prima serata, a partire da Marco Mazzocchi, già inviato per la corrispondenza dall’Isola Dei Famosi 1, per poi finire concorrente nella prima edizione di Ballando Con Le Stelle. Passando poi per Rosanna Cancellieri, l’esuberante giornalista di moda del TG3 che di buon grado aveva accettato invece di partecipare in prima persona alla seconda edizione dell‘Isola Dei Famosi, e per l’altra bionda del piccolo schermo, Paola Ferrari, prima donna dell’ex 90° Minuto e ora spalla di Mazzocchi alla Domenica Sportiva, che partecipò alla prima edizione di Ballando con le stelle.

 

Prescindendo dalle relative figure e/o risultati ottenuti nel proprio ambito spettacolare, è abbastanza sintomatico che nessun esponente dell’Ordine Dei Giornalisti abbia avuto qualcosa da obiettare in merito alle candidature di giornalisti per partecipare ad avventure catodiche non sempre in assonanza con la propria categoria professionale. E dire che pure Marco Mazzocchi era stato richiamato all’ordine, anche se dopo aver effettuato una telepromozione galeotta, quindi quando vuole, l’associazione sa aguzzare la vista. Senza poi naturalmente toccare il tasto Massimo Caputi: già preda delle polemche a Quelli Che Il Calcio per il suo ruolo a discapito di Enrico Varriale, l’ex giornalista di TMC (ora La7), imitando l’iter di Mazzocchi s’è fatto le ultime due edizioni dell’isola da inviato, mantenendo il consueto aplomb nonostante non si trovasse su di una scrivania a lanciare notizie o a disquisire sullo sport, suo campo migliore. Per poi essere travolto dallo scandalo della pubblicità occulta delle magliette – prodotte dall’azienda della moglie – dalla quale Caputi si è comunque abilmente tolto velocemente, facendo cadere i riflettori puntati su di lui. In effetti, dopo che Striscia svelà l’arcano, non se ne seppre più nulla, e Caputi rimase al proprio posto, se memoria non mi inganna. Pure Loredana Lecciso, per quattro passi maldestri scimmiottando una banale coreografia, rischiò la radiazione dall’Albo dei Giornalisti.

Non che i personaggi dello spettacolo, presi nella propria umanità, facciano male a buttarsi a capofitto su esperienze del genere. Se i reality-vip come l’Isola però tendono a recuperare vecchie star destinate precocemente all’oblio per restituirli ai riflettori mondani, non vedo quale legame possa avere con un giornalista serio, che a mio parere deve essere capace di fare bene il proprio mestiere, evitando di cedere alle momentanee pressioni mediatiche di far parte di un qualsiasi programma televisivo da prima serata, per giunta in veste di concorrente. Si toglierebbero in un secondo d’impiccio dal rischio di risultare ridicolo o fuori luogo in contesti che, seppur a misura di uomo – spogliato della muta da personaggio televisivo – stonerebbero in contrapposizione con la rigida impostazione da mezzobusto – o busto intero – del telegiornale canonico. Forse per Manuela Moreno e prima per Marco Mazzocchi e Paola Ferrari l’esperienza nuova di una sfida di ballo è molto più facilmente assimilabile ed espone meno ad una feroce degradazione della propria figura professionale: l’avventura dello show è presa come un gioco, ma sempre senza perdere di vista la telecamera; d’altronde è un varietà semplice, tranquillo. Ma quando già alcuni concorrenti destinati a fare spettacolo sul ghiaccio rovinano a terra, non sempre rimanendo esenti da danni fisici e nonostante magari piccole esperienze di pattinaggio in gioventù, viene spontaneo chiedersi che senso abbia mettersi in gioco così tanto, quando si è rappresentanti dell’informazione italiana, ruolo che, soprattutto di questi tempi, con il dilagare delle opportunità di spettacolo, tende sempre più a perdere quel fascino che non credo sia affatto positivo per il giornalismo in quanto tale. Evito di sprofondare nella devastazione citando nomi di apprendisti giornalisti come Daniele Interrante e Stefano Bettarini i quali, invece, provano il percorso opposto: da show-man a giornalisti. Confidando in una rapida destituzione delle loro aspettative, accendo un cero. Voi giornalisti, almeno voi – come quelli di Verissimo si erano ribellati alla conduzione di Paola Perego – non cedete alle lusinghe del palcoscenico. L’informazione, quella vera, vi ringrazierà.

3 risposte a “MA QUANTI GIORNALISTI A FARE REALITY-SPETTACOLO!”

  1. anonimo dice :

    Non ci vedo nulla di male nel cimentarsi in altre discpiline, oltre che giornalisti sono anche persone normali quindi perchè no. Li giudicheremo da come scrivono e non da come ballano.

  2. sbirciolo dice :

    Quello che temo – essendo in caso anche volontariamente catastrofista – è che si arrivi ad una sorta di degenerazione. Mi immagino una Moreno che si frattura un braccio cadendo male sul ghiaccio e che deve rinunciare per un po’ di tempo a condurre il TG2. Oppure ad un Mazzocchi che a furia di partecipare a programmi extra-giornalistici (tra Isola e Ballando) ai miei occhi inizia a perdere un po’ di considerazione. Credo che stiano diventando un po’ troppi i giornalisti che piombano nello spettacolo, e non vorrei che si finisse per ridicolarizzarne l’intera caregoria.

  3. anonimo dice :

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