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La Vita In Diretta non fa gossip: Michele Cucuzza la dice lunga

Cucuzza GilettiDelle indiscrezioni che vorrebbero Massimo Giletti al suo posto a La Vita In Diretta non c’è traccia, tra un sorriso affibbiato alla primogenita Carlotta e uno d’ordinanza al fotografo assoldato alla giornalista di turno. Michele Cucuzza di fronte al settimanale Visto non si sente neppure in discussione: questa domanda non è segnata nel taccuino. Al massimo si arriva alla presa di consapevolezza che magari nulla è eterno. «Non ho mai pensato di dover rimanere a tutti i costi davanti alle telecamere» sentenzia il conduttore imbeccato da una domanda malandrina, che senza girarci attorno auspicava, all’età di cinquantacinque anni, un bel pensionamento fatto di hobby da coltivare. Certo, «se l’azienda lo riterrà mi farò da parte», ma non c’è alcuna voglia di fare i bagagli: La Vita In Diretta, se va tutto bene, sarà affar suo anche nella prossima edizione. Salvo ovviamente bruschi cambiamenti di programma che intanto si insinuano, e chissà che magari non si realizzano. Il futuro da pensionato non è nelle corde di Michele, anche se di cose da combinare ne avrebbe comunque: «Scrivo e ho un blog che mi tiene in contatto con i più giovani. Mi criticano e mi piace molto». Se tentate di cercarlo con Google fermatevi: il tutto è rannicchiato nel suo sito ufficiale, non si chiama blog ma zona interattiva (abbastanza inquietante), in cui i post scorrono e per commentarli bisogna rivolgersi ad altri link. Un blog travestito da sito web del Novanta, un sistema raffazzonato per tentare di rimanere al passo coi tempi senza rinnegare le proprie incapacità.

Gente che critica ovviamente ne ha. Gli hanno fatto notare una possibile caduta di stile su Mino Reitano, intervistato dal programma nel pieno della sua malattia. Quanto basta per ardire speculazioni. «Qualcuno ha descritto questo incontro come la “morte in diretta” – spiega Cucuzza – Ho ribattuto che evidentemente non avevano visto il programma, perchè la nostra era la storia di un uomo che ci stava parlando di un futuro, di progetti». L’osservazione dell’internauta d’altronde è la storica pietra facilmente scagliabile contro un programma contenitore che da sempre mescola senza troppi pudori cronaca rosa e nera, in un miscuglio che affascina e terrorizza: dall’omicidio con inviata alla marchetta sorridente del conduttore di turno il passo è sempre brevissimo e spesso fastidioso. L’occasione dunque è di quelle ghiotte: che cosa risponderà Cucuzza di questa propensione spiccata ad accarezzare la morbosità? L’impressione è di rispondere chiudendosi gli occhi: «Andando in onda in fascia protetta, non raccontiamo nei dettagli un delitto, come spesso avviene in programmi di seconda serata». Siamo così passati al racconto delle favole. Il delitto di Erba è divenuto ormai presenza fissa nel rotocalco che continuamente rimescola sul torbido anche in assenza di notizie, trasformando cronaca in serial. Per non parlare dell’omicidio di Meredith, che trova sempre il modo di far capolino. Che ora Cucuzza tenti di sublimare il caos consapevole che accompagna il suo programma è operazione nobile, ma pur sempre screditante, soprattutto quando poi si gioca la carta della perseveranza.

Michele CucuzzaCol gossip si tocca l’apice: «La Vita In Diretta fa cronaca seria, non pettegolezzi. Scriviamo di amori e fidanzamenti, ma ci limitiamo a domandare all’ospite “Sei fidanzata?”, se risponde “sì” abbiamo scritto cronaca rosa, non abbiamo fatto gossip». La spiegazione ovviamente lo tradisce, perchè non c’è un’intervista una in cui alla starletta di turno non si chieda altro che specificare il nuovo compagno, anche quando la negazione diventa l’unica risposta plausibile. La caccia aperta alle frivolezze è terreno costante chez Cucuzza, che dimentica chi ha quotidianamente in studio (c’avete mai visto filosofi?) e chi quotidianamente fa intervistare, direttamente dall’ultima festa in cui il vippume luccica al sol delle recenti banalità platinate. E quindi fa necessariamente ridere che il conduttore possa chiudere l’elucubrazione con un «vogliamo essere interlocutori della gente vera, non dell’élite», riassunta nell’intento sociale della trasmissione. Che «sa parlare alla gente che guarda davvero la tv». Il pubblico pomeridiano diffati ormai è consolidato: le stanche massaie tra una spolveratina e una stirata adorano il ronzio di un programma minestrone che scava nelle inutilità. E che forse neppure Massimo Giletti, improvvisamente additato sottobanco come erede di Cucuzza, saprebbe renderlo più credibile.

ELEZIONI POLITICHE 2008 // LIVE BLOG

Atterraggio di emergenza su Splinder: i server Altervista sono improvvisamente down ed è una situazione abbastanza terrificante. La diretta blog su TiVùCumprà dei risultati delle elezioni politiche 2008 viene così dirottata su Tele&Visioni, che d’altronde ospitò la diretta dello stesso evento due anni fa (questo fu il risultato). Così dalle 14.40 partiremo col seguire la lunga maratona televisiva facendo zapping forsennato. Poi magari capiremo chi avrà vinto. Ma intanto c’è da gustarsi un pomeriggio ricco di improvvisazione da parte di una buona mezza tv.

22.35 // La canzone Estate non la conosce nessuno, ma le interpretazioni di Silvia sono così eleganti e fiabesche che rendono meravigliosa qualsiasi canzone. Difatti nessun giurato ha da dire. Nell’rvm si è visto Gianluca Grignani irrompere nel loft durante la settimana. Ultimi sgoccioli di diretta blog di una giornata bella piena. Prima seguiamo la new-entry Gino, nuovo acquisto di Simona Ventura (chi ride in sottofondo?). Esibizione interessante, i giurati acconsentono ad un giudizio positivo. Ora i Sei Ottavi. Con loro si chiude la lunga diretta blog.

22.25 // Pubblicità su Raidue, veloce sguardo verso i salotti politici che traslocano la seconda serata nella prima, senza modificarne i linguaggi, e infatti tutto induce al sonno. Sia da Vespa, dove ora parla Fassino, sia da Mentana, che vede l’incursione in collegamento di Casini, sia da Fede, che nonostante un bello sfondoncino "Falce e Marcello" è tutta una conferenza. Su La7 c’è Cicchitto e io mi mangio una Chiquita. Tocca a Silvia proseguire a X-Factor, dopo un doppio promo inquietante da Pirati a Scommettiamo Che, due programmi perfetti per affondare definitivamente Raidue.

22.15 // Alba Parietti fa scaldare il parterre di Fede, ma ci siamo persi i suoi pensieri, concordando comunque sul fatto che di sciocchezze si devano trattare, per forza. Seconda Manche in arrivo, la Ventura annuncia Emanuele, incespicando ogni due secondi con la lingua. Performance non malvagia, ma sembra che manchi l’affondo decisivo, come testimoniano i due terzi della giuria, tolta la Ventura che prova a farsi forza scatenandosi a comando. "Abbiamo voluto fare questa cosa e dire Free Tibet" conclude la Ventura, nuovamente a gamba tesa su raffinatezza e buongusto. La Maionchi non ha nulla da obiettare, Morgan sembra voglia partorire una stangata e difatti con "oltre il pianobar c’è l’oratorio" e "siamo ad un livello iper-dilettantistico" stuzzica il vocal-couch Fischietti e la Ventura, che ha suonato la chitarra "due anni e poi ho smesso perchè mi facevano male le mani". Che cosa pretende, Simona, di essere un minimo credibile?

22.07 // Facchinetti si dimentica sempre di chiudere il televoto, "va a finire che me lo devo tatuare sul braccio", sempre che trovi posto tra tutte le scartoffie dipinte. A naso Mara non dovrebbe temere per la sua scuderia. Meno la Ventura, che ribadisce di credere molto in Annalisa, che stasera sembra uscita dal museo delle cere. Ilaria è salva, come previsto e com’è giusto in questo mondo dominato dalle apparenze. Anche gli Aram Quartet, come previsto e come umanamente giusto, la passano liscia. Tony o Annalisa? Annalisa. "Non ci credo" esclama estasiata Simona, mentre Tony riceve il sostegno del pubblico. E’ stato salvato per due settimane avendo rotto specchi su specchi con una doppia interpretazione da ululato svizzero, e stavolta che ha rasentato la perfezione rischia di dover sloggiare.

22.02 // Simona Sala snocciola a Vespa i nuovi dati al 98% della copertura al Senato. Bossi finisce a La7 e probabilmente sarà l’ultima tappa della sua ardita passione. Fede fa tristezza perchè è costretto a leggere le dichiarazioni di Berlusconi su foglio: Silvio lo ha tradito preferendo le due trasmissioni principali. Suona come uno smacco. Ilaria è ancora alla berlina, Morgan cerca di sostenerla, ma ad essere preso consapevolmente per i fondelli ci finisce il Facchinetti, perchè se tutti gli artisti sono depressi, chi non lo è non è artista,. Lapalissiano. Finita la prima manche, filmatini per rinfrescare la memoria. A sensazione: Ilaria e Tony dovrebbero essere tranquilli, tra Aram Quartet ed Annalisa, è quest’ultima a sentirsi nuovamente in discussione. Floriana Secondi spunta a Chi L’ha Visto?, perchè è scomparso il fratello. E’ triste parlarne soprattutto in mezzo a questi sberleffi catodici, ma il dovere di cronaca è un dovere.

21.49 // Cesare Salvi (Sinistra Arcobaleno dopo anni di DS) preferisce incensare il vincitore piuttosto che piangere sulle macerie del suo neonato partito. Ma la verità che ha appena pronunciato è incontrovertibile: dopo anni di governo Prodi deludente, Veltroni non poteva aspettarsi di meglio. X-Factor riparte con l’esibizione di Ilaria, bersaglio preferito di Simona Ventura, avessi detto Mogol. No, falso allarme, l’rvm ci ha sviato. Ma Mara coglie le critiche di Morgan come pretesto validissimo per proseguire con la simpatica guerriglia. Stavolta è davvero il turno di Ilaria, impaurita dalle critiche puntuali di Simona Ventura. Che lo ripetiamo, avessi detto Mogol. "Se a lei non piace, pazienza" taglia corto Mara nel filmato. Ilaria spacca tutto. Ma questo I Don’t Know di Noah sarà davvero giusto per lei? Bossi nel frattempo è arrivato anche nei lidi di Fede e fu subito amore. Vespa e Mentana intrattengono un pacato dibattito che non offre granchè di emozioni, così preferiamo capire se almeno questa volta Ilaria ha fatto centro. L’impressione è che non ha affatto sfigurato. Morgan la scruta, come se la volesse azzannare, e invece è un lampo: "Perfetta", che è però sinonimo di "finita, conclusa", così dall’applauso si passa immediatamente al rimprovero. Poi però si riprende con un "Sei pronta per fare un disco" e allora basta con l’ermetismo. E la Ventura quale malignità sfornerà? Eccolo: "Scegliendo pezzi più sconosciuti stai sempre di più sul piedistallo". Nuovamente una critica inqualificabile, Simona zittati. "Non voglio litigare con nessuno" digrigna i denti la Maionchi, che avrebbe una grande voglia di azzannare la Ventura. "Anche se nessuno ti capirà, non è importante", Mara vuole farla finita. L’alone dell’Amici celentanizzato si materializza, con Ilaria vestita da Susy e un Garrison con la parrucca di Mara. Beviamoci sopra, dice Morgan, spizzando dalla cannuccia un bel succo di frutta.

21.42 // Mara è scatenata, sottotono Simona. E difatti Morgan non sa dove sbattere meglio perchè entrambi i muri si dimostrano scostanti ed imprevedibili. La pubblicità ci consente di seguire i ragionamenti biascicati di Mimun, che conversa ancora con Berlusconi in linea telefonica. Da Vespa Fassino si improvvisa argine di un maremoto politico che non ha salvato la sinistra, come si nota dal capo chino di Bertinotti, e che ha scalfito l’ottimismo del PD. Fede intanto scherza con Nicola Latorre, un tipetto simpatico che non si smentisce: "Auguriamo buon lavoro a chi dovrà governare". Per fortuna quelli del PD non se la prendono. Succede subito il recupero delle dichiarazioni di Walter Veltroni, ormai ritrite e stantie. Su La7 Piroso è pronto per condurre la seconda manche della sua maratona, e questo giro gli tocca Rosy Bindi, che per un intero pomeriggio ha tenuto compagnia al TG3. Piroso si riaffida alla giacca d’ordinanza e a una cravatta più consona.

21.35 // Non è più la nostra Amy Winehouse, stasera ci deve strappare l’anima Annalisa, e la Ventura ci mette molto del suo per crearle adrenalina. Simona la settimana scorsa la salvò buttando alla forca Antonio, compiendo l’unico gesto sensato del suo percorso musicalmente pessimo nel programma. Questo giro affibbiano ad Annalisa America di Gianna Nannini. L’importante è che venga fuori ritmo e rock, indispensabili per farle fare una dignitosa figura. Bossi intanto è ormai ovunque, anche da Vespa bofonchia da instancabile guerriero. Annalisa però tenta l’esagerazione con le urla, d’accordo l’acredine che queste note ispirano, ma c’è troppa aggressività, che una Mara accigliata ha già colto. Urla su urla, insostenibile. Berlusconi intanto citofona anche a casa di Mentana, tra l’altro con Feltri collegato dalla sua poltrona. La Maionchi sa tutto di Gianna Nannini, avendola prodotta, e accusa Annalisa di aver storpiato il senso della canzone: "La tua interpretazione non ha significato rispetto al testo". Lei ovviamente non condivide, Morgan prova a spezzare una lancia, ma il bello è che si parla probabilmente di autoerotismo e non si sa perchè mai la Ventura voglia starsene fuori.

21.28 // Tony per Mara Maionchi. Mentre un rvm mette alle strette la nostra pazienza, Slvio Berlusconi interviene a Porta A Porta, con un comizio formato pocket. Vespa prova a scuoterlo alludendo all’amichevole telefonata con Veltroni, Silvio è ormai troppo abile per non scomporsi, neppure quando gli pongono davanti Casini. Ma torniamo a Tony, che dopo le ultime recenti stecche da annoverare in cantina stasera propone Cinque Giorni. Il maglioncino a rombi lavato in un acquitrino non l’aiuta. La Parietti da Fede tenta di mostrarsi più intellettuale di quanto la gente non creda, ma Tony stasera si fa gustare con una canzone finalmente azzeccata dopo le impresentabili Apologize e Bleeding Love, dilaniate senza pietà. Questa invece lo porta bene dove sa arrivare. I giudici apprezzano la bontà del napoletanino. Santanchè maschia direttamente dal suo divano conversa con Mentana: una divisa gessata a mo’ di gilet vuole un frustino, magari arriverà pure quello.

21.23 // Parte solo ora Enrico Mentana con lo speciale Matrix, intanto su RaiDue gli Aram Quartet danno vita all’ennesima coralità che non faticherà a strappare sinceri applausi. "Salutiamo il futuro ministro dell’Economia, come tutti dicono" urla Enrico mentre presenta Giulio Tremonti. C’è pure Pierluigi Bersani, e Daniela Santanchè collegata dalla propria abitazione, in più Paolo Mieli dalla sua scrivania. Bel parterre. Ma la voglia è di sentire le parole di Fausto Bertinotti, eccolo qua da Vespa, dopo che ha annunciato di separarsi dalla neonata Sinistra Arcobaleno. Come d’altronde aveva annunciato. Fede rilancia la notizia con un montato. Ma la parte più interessante la riserva ovviamente X-Factor, e la Ventura non vede l’ora di imbeccare la Maionchi, alla ricerca di una collocazione discografica per gli Aram. Morgan prova ad inserirsi a mo’ di guastafeste. "Mi fai finire, ti dò un cazzotto" è la Mara migliore, che ok si farà per dire, ma le premesse sono scoppiettanti.

21.18 // Fede non si smentisce mai: prima ha invitato Mara Carfagna in collegamento, due anni fa invitò la semisconosciuta Arianna David, ora sfodera una ancor più inutile Alba Parietti, che lancia parole tipo nepotismo intervallate da ansime che giustifica con un "Sono un po’ affaticata pèerchè sono arrivata dall’aereo". "Lo stadio è pronto" dice Facchinetti, parte ufficialmente X-Factor nella serata in cui chi le spara più grosse può sperare di vincere. Ma parte anche Porta A Porta che inizia recuperando tutti i dati più aggiornati, mentre Matrix è inspiegabilmente ancora fermo ai box. Su Raidue intanto si preparano gli Aram Quartet. Vespa potrà nuovamente godere della combattiva Simona Sala, che stasera sfoggia una giacca rosa shocking che fa male alla vista, accompagnata da Tozzi di Consortium. In collegamento dal nuovo studio del TG1, Riotta con D’Aldimonte.

21.14 // La faccia di Calderoli nel salottino del TG4 ha sempre la sua dose inquietante di terrore, a partire da una dentatura scassata che provoca ovviamente ripugno in tre quarti dell’universo. Momento di pausa, Canale 5 e Raiuno, così come La7, si nascondono dietro la pubblicità, per poi partire all’attacco. A parte Fede, c’è un Morgan scatenato: "Gino è la ripetizione di ciò che abbiamo già visto", ovvero la nenia altalenante di Antonio, cassato giusto sette giorni fa con strascico abbodante di risentimenti. La Ventura sembra assortire un demonio birbantello: le gireranno i variopinti? Francesco Facchinetti torna a stuzzicare i giurati su chi potrebbe rischiare la forca stasera, una delle domande che i giurati non vorrebbero sentire neppure sul punto di morte per quanto sia fastidiosa.

21.09 // Lucia Annunziata, uno sguardo uno strabismo, discerne ovviamente di politica ad Otto E Mezzo, dove si segnala la presenza non da conduttore di Giuliano Ferrara. Ad essere sviscerata è la totale disfatta della sinistra, anche se Gad Lerner, un altro sguardo e ancora strabismo, prova a raccogliere il salvabile. Studio Aperto la fa finita in concomitanza con l’avvio della prima serata di Italia 1, mentre Fede dà le telecamere ad Enzo Bianco dal Viminale, dallo stesso scranno da dove alle 19.00 il ministro dell’Interno Amato salutava tutti belli e brutti. Intanto ad X-Factor si parte con gli rvm e con le critiche di Morgan a tutto il criticabile, come la new-entry della Ventura, che pesca ancora a Napoli portandosi a casa Gino (il pollo?). Morgan lo etichetta brillantemente come fenomeno da circo. E fu subito querelle magnifica con la Ventura. "E io che sono la Moira Orfei?" interviene Mara Maionchi, che prova subito ad accattivarsi il creato.

21.07 // Su RaiDue intanto X-Factor è pronto a partire, nella serata dominata dall’informazione politica che, come molti si attendono (e altrettanti, detrattori, si augurano) non potrà non cannibalizzare ancor di più uno dei programmi più bistrattati dell’ultimi periodo, a giudicare ovviamente all’estetica: la cravattina rosè di Francesco Facchinetti prova a nascondere le imperdibili bretelle fucsia luccicante, mentre Morgan vuole stonare abbinando un farfallino rosa ad un total black. C’è Tony nelle grinfie di Francesco, tutti sul palco.

21.02 // Si riparte con la diretta politica, che si intreccerà con il trash musicale di X-Factor. Fede godrà di una prima serata eccezionale, al pari di Vespa e Mentana, ancora tappati dal prosieguo dell’access prime time (Affari Tuoi da una parte, Striscia La Notizia dall’altra). Fede corteggia Mariastella Gelmini: la vedrebbe perfetta per condurre un tg. Antonello Capurso in diretta dal Viminale, mentre nell’atrio alle sue spalle c’è confusione, si intravede di sfuggita anche il volto del TG5 Alberto Bilà. Fede deve chiedere lumi al direttore di Panorama Belpietro per capire il risultato al Senato del bistrattato Casini. Al momento al TG4 tiene testa solo Studio Aperto, con un Mulé mattatore, mentre la poveretta Silvia Magri, costretta dietro la scrivania, sta silenziosa ad osservare, idem poco più in là Fabio Tricoli. La scena da inviata è per Annalisa Spiezie, che ora deve fronteggiare una mostruosità bionda chiamata Titti Di Salvo della devastata Sinistra Arcobaleno: sotto un maglioncino a v spunta un inquietante simil-pigiama dal tessuto simil panno per pulire pavimenti.

17.52 // Interrotto da Guelfi, Cicchitto torna a discutere con il giornalista Frullani. Migliore al TG1 ancora non crede ai dati che indicano una netta disfatta della Sinstra Arcobaleno. Ma intanto scorrono i titoli di coda e per chi vuol rimanere su Raiuno forse toccherà aspettare l’edizione delle 20.00.  La Rai si garantisce comunque la copertura totale fino a cena del TG2 e anche il TG3 farà la spola fino all’edizione delle 19.00. E Mediaset? Alle 18.20 (o forse anche prima?) rispunterà Fede, mentre il TG5, troppo farcito di pubblicità, non tarderà troppo ad essere evanescente. La Rivetta ora rivela la distribuzione di seggi di Aldimonte, fatta più di mezz’ora fa e annunciata al TG1. Il giornale di Mimun pare davvero in panne.

17.43 // Instancabile Guelfi: con la copertura al 49%, si prosegue coi dati. Intanto dal sottopancia del TG2 apprendiamo come siano scattate diverse denunce per aver infranto il divieto di allontanare i telefonini dal voto. Intanto alle Marche è dominio PD, come previsto, idem nel Molise, col PD che la strapperebbe al PDL ("Di Pietro è molisano" dice Guelfi, quasi a voler giustificare questo stravolgimento). In Puglia il PDL si riafferma, e strappa anche la Sardegna al PD. Le prime tre reti danno tutte le proiezioni delle regioni, all’unisono.

17.36 // Il TG2 ci ha preso gusto con le interviste dalle poltrone: stavolta è il turno di Villetti del Partito Socialista, che assomiglia al pilota Robert Kubica, polacco, ovviamente adeguatamente invecchiato, ma anche a Dario Argento e a tutti i personaggi dalla somiglianza sinistra. Mazza non riconosce Fabrizio Frullani, che affianca Cicchitto, "Bisogna fare un accordo bipartisam e eliminare gli exit poll" ride (ma è senza denti) Cicchitto. Ma Guelfi interrompe tutti per dare i dati del Lazio, dove il PDL sembra spuntarla (41.9 contro il 40.0 del PD) e la Sinistra Arcobaleno abbozzare un tentativo di rinascita (4.8 contro il 4.4 dell’Unione di Centro). Visto che ci siamo, Guelfi tira fuori anche le nuove proiezioni, con PDL al 46.4 e il PD al 37.9. Più o meno siamo lì. Il TG5 ora sente cosa avrà da dire Gasparri: ma le proiezioni aggiornate quando le diamo? "Se questi sono i dati, Veltroni ha perso" lapidario Gasparri. Ma con i se e i ma. Intanto prosegue con la polemica sui dati forniti dalla Rai, "noi per questo abbiamo cominciato alle 5 meno un quarto" corrobora Summonte. Aria di polemica velenosa: la Rai ha contribuito ad alimentare falsi numeri contro il PDL?

17.32 // Andrea Covotta dalla Sinistra Arcobaleno ora ha di fianco a sé Paolo Cento, che non si nasconde: "E’ prevalso il voto utile e il nostro partito purtroppo arriva tardi". Forse al Senato non arriverà per niente. Al TG1 Sassoli lancia la Sala, ma tranquilli, non sovrasta Guelfi, perchè si tratta soltanto di un riepilogo. Ci stiamo perdendo qualcosa al TG3? Per ora parla Buttiglione, nulla da segnalare. Da Piroso c’è Max Gazzè che canta il brano presentato a Sanremo, è ormai infotainment sdoganato col sorriso e anche un pelo di presunzione. Il TG5 riaccende la propria presenza: accanto a Summonte e alla Rivetta, spunta Antonio Polito, direttore de Il Riformista. Ma è un avvio fatto di dichiarazioni. Al TG1 il professore Roberto D’Alimonte improvvisa una distribuzione dei seggi al Senato fatto in casa: "E’ una simulazione del mio centro studi", con i dati Consortium. Fatelo anche voi da casa, se non avete da stirare.

17.21 // Andrea Tozzi di Consortium intanto detta il taccuino dei tempi: "Verso le 18.30 massimo ci sarà una prima stima dei seggi". La Sala evidenzia il ribaltamento dell’Abruzzo. Chiambretti torna ad imperversare da Piroso mentre compaion i fotomontaggi elettorali sulle donne orizzontali e verticali. Simpatico. "Un fondamentale contributo" chiude il collegamento Piroso, che prova a lanciare gli inni dei due partiti maggiori, quello del PDL non è pronto, e forse neppure quello del PD ("così i Village People fanno causa pure a noi"): ovvero un video di Youtube allargato per la tv, impeccabilmente sgranato. E’ il segnale più evidente che ormai della par condicio rimane solo un ricordo da stracciare.

17.16 // Aria di dibattito da prima serata al TG3: la Bindi inizia ad infervorarsi con La Russa, e c’è anche un Giordano a cui ovviamente rode per la pingue raccolta della Sinistra Arcobaleno. Rosy è schietta: "E’ evidente che il centro non serve". E forse manco lei. La mia stanchezza, dopo quasi tre ore di dibattito inizia a spuntare. Dalle 18.00 alle 19.30 piccolo buco della diretta, che arriverà in differita. Ora attenzione, di nuovo Guelfi che annuncia i dati di 4 regioni, dalla Lombardia ("troppo facile però" sconfortato Mazza), ma Guelfi annuncia una regione un po’ più indicativa della Padania, tipo l’Emilia Romagna che si riconferma tradizionale roccaforte del PD. Più o meno tutti i tg si sono buttati in contemporanea sulle nuove proiezioni. L’Abruzzo fa segnare, sempre il senato, un cambio di segno: ora è dominio PDL, mentre la Campania, come previsto, è presa stabile di Berlusconi. Intanto Italia 1 è tornata ai cartoni, Mediaset torna languidamente ad eclissarsi. "La vittoria al Senato diventa abbastanza ampia" riconosce Mastella. Mentre Guelfi ha già terminato con i dati, al TG1 la Sala è ancora a disquisire sui dati della Campania.

17.10 // Feltri raggiunge al telefono Fede, o forse è il contrario. Giusto una battuta del direttore prima di ritornare in video alle 18.30. Ma tutto salta per seguire la nuova proiezione (al 45% di copertura al Senato). Sempre dietro gli altri, comunque, dietro la Rai e il tG2 by Guelfi, dominatori assoluti. Passano a tre i conduttori nello speciale TG1: compare l’inossidabile Bruno Vespa e Riotta continua a rivangare la minaccia: "Tanto tra un po’ vi lascio perchè vado a montare…" la panna? Vespa dominerà stasera la prima serata, ma su RaiDue come possiamo non seguire X-Factor? Dilemma canaglia. Brun(e)o ribadisce l’incredulità della sconfitta della Sinistra Arcobaleno, che "mi lascia sgomento": potrebbe non entrare al Senato.  Fede annuncia il prossimo collegamento video col TG4, "18,30, no, 18,20, ma con l’aria che tira forse anche prima": che aria tirerà nella redazione? "Facciamo gli scongiuri", ma si riferisce al lavoro di Pagnoncelli Giorgio Mulè, che ora lancia tramite Luigi Galluzzo la proiezione delle 17.08. Vespa padrone della scena al TG1:. "Che sorprese hai per questa sera?" gli chiede Riotta e lui: "Avremo Bertinotti" come primo nome. Da primo sconfitto.

17.03 // Mulè su Italia 1 appiccica in sovraimpressione un piccolo box con i risultati del Senato ben in vista. Laura Berlinguer parla dall’atrio del PD semivuoto, con i soliti curiosi che spuntano nell’inquadratura. "Qua sperano che il PD possa diventare il primo partito" dice. "Voi potete pensare che io sia schierato politicamente" attacca Fede che sente odore di eventuali polemiche, poi il numerologo spizzica gli editoriali di Scalfari perchè per i tg la par condicio vale, ma per i quotidiani no. Fede è delizioso, anzi sublime: un bel teatrino di dico non dico che è una goduria. Parte anche un mezzo insulto a Di Pietro, mascherato da battuta. Stavolta, rispetto a due anni fa, Emilio è decisamente più contento. "Il voto è un momento di allegria", aggiunge per confermare questo stato di grazia. In difficoltà appare invece Mario Giordano della Sinistra Arcobaleno, che al TG3 viene bruscamente interrotto dalla Berlinguer, lapalissiana: "Davanti alle nuove proiezioni, devo togliere la parola a chiunque". Ma anche stavolta a bruciare tutti e Guelfi al TG2. Rinasce anche la puntualità della Sala per il TG1, mentre ormai lo speciale TGLA7,c he ora interpella Russo Spena, gioca a sè.

16.58 // Pagnoncelli frega tutti e compare con Angelo a Studio Aperto in collegamento con il direttore del giornale Giorgio Mulè. I dati Ipsos di Pagnoncelli iniziano a toccare tutti i tg. E’ però sintomatico che siano TG4 e Studio Aperto attualmente a sostenere una diretta delle elezioni che in Rai tocca una puntuale totalità di reti. Il tocco di Mimun ha non prodotto grandi rivoluzioni di privilegi rispetto ai compagni d’azienda. Il direttore del Messaggero Roberto Napoletano era presenza fissa nel 2006, eccolo che ricompare da Mazza con questo bel faccione pieno e dietro tre prime pagine del suo quotidiano appiccicate al muro. Pionati (ex giornalista del TG1) parla al TG3, Riotta invece continua a chiedere impressioni ad un laconico Pisanu, mentre Sassoli, che sembra non rinnegare più di tanto questo tandem imposto dal direttore, ora intercetta le considerazioni di De Bortoli. Tutti sottolineano il grande exploit della Lega, che tocca l’8% (dati Ipsos, ma quelli di Consortium dove sono finiti?).

16.53 // "C’è una coalizione di centrodestra che certamente vincerà le elezioni" candidamente serafico Tajani al TG3, anche se l’inviata Venditti prova a glissare con un "bisogna vedere con quanto vantaggio". Poi eccolo di nuovo Ermete Realacci, che sfoggia una criniera decisamente antiestetica. Lasciamo Piroso al suo destino di intrattenitore di varietà per far capolino da Fede, che ora annuncia la seconda proiezione (quella letta senza saperlo da Summonte al TG5, che è già finito per lasciare spazio ad Amici – sacrilegio!). Ricapitolando: PDL 47.2, PD 38.1, parlando sempre di coalizioni, in Senato. L’UDC doppia la Sinistra Arcobaleno: Fede sottolinea come Sansonetti abbia azzeccato in pieno la tendenza. Mazza sfodera i dati dell’Ipsos, "poi vedremo chi alla fine avrà avuto ragione", alludendo al confronto tra due metodi di rilevazione differenti (Consortium per Rai, Ipsos per Mediaset). Angelo Bonelli raggiunto al microfono: "Non è per noi un risultato positivo" sempre che questi dati siano confermati, però intanto tira in ballo il fattore astensionismo. Che dovrebbe essere il centro del discorso abbozzato da Maria Teresa Meli, firma del Corriere, al TG1.

16.39 // Con la BIndi e La Russa, ci sono Giordano e Buttiglione nello studio del TG1, peccato che Bianca Berlinguer si dimostri come al solito acidella e renda difficile proseguire la visione di questo siparietto per oltre 2 minuti. Su Canale 5 si parte con Lella Confalonieri già in collegamento e Fabrizio Summonte spiega come la scelta del TG5 è stata quella di partire senza exit-poll dopo la delusione del 2006, ma eccoli quai gli exit-poll di Consortium, rivale di Ipsos, la società che Mediaset utilizza per i suoi rilevamenti. "Ah no, non sono ancora pronti" questi exit-poll, quindi niente primi dati. Che in realtà i rivali della Rai hanno già sbandierato. Pure il TG4 arriva con le proiezioni. Il ritardo logistico del TG5 è terrificante. "Sono quasi dieci punti di differenza" sottolinea la Dalcerri a Fede mentre detta i dati. Ma ricordatevi cosa successe nel 2006 prima di lanciarvi spericolati in acrobazie divinatorie. Pure Piroso con le proiezioni straccia il TG5, "poi ridaremo la linea ad Amici" dice Summonte che forse intuisce che questa linea strappata a Maria De Filippi. "Vediamo questi exit-poll" ancora Summonte, che però non si accorge che quelli che sta leggendo sono le seconde proiezioni delle 16.49, campione 33%. Strano che questa seconda proiezione non l’ha data nessuno: ci siamo persi lo sprinter Guelfi?

16.39 // Luciano Guelfi non si smentisce: è ancora lui il primo a dare le prime proiezioni al Senato, che vedono in testa il PDL. Ricerca soggetta ad errore, si legge in cima alla grafica, giusto per sottolineare che errare è umano, meno perseverare, come si sa. La copertura è del 32%. Simona Sala del TG1 continua a subire al fotofinish l’arrembante Guelfi: stavolta anche il TG3 sbeffeggia il TG1. Rosy Bindi dalla Berlinguer. Piroso è ancora sconvolgente, legge i dati degli exit poll quando ci sono già le proiezioni snocciolate dai tg Rai. Piero Sansonetti in telefono con Emilio Fede mentre passa la schermata della possibile prima pagina del suo giornale Liberazione. Peccato che quella prima pagina dovrà essere rimpastata per altre cento volte visto che da qui alle 21 sai quante volte cambiano. Sansonetti sottolinea come sia inequivocabile la sconfitta della sinistra.  Al TGLA7 spunta Gasparri, che si trova a doversi confrontare con il sorpasso personale del PD sul Partito della LIbertà, "mentre c’è il tracollo della sinistra radicale". Sviare era un arte, ora è la prassi.

16.35 // Marina Dalcerri al TG4 annuncia a momenti le prime proiezioni reali al Senato. Manca Pagnoncelli, assoldato in esclusiva da Mediaset per i dati. Spunta di nuovo Giordano dalla sua scrivania, dal TG2 al TG4. Il numerologo esclama: "Partiamo vincenti". Ma Fede lo stoppa subito: "No, partite vincenti", sempre in riferimento al PDL per ora in testa. Negare la propria faziosità ormai è inutile, caro Fede: ti amiamo così come sei (anche perchè la par-condicio non è finita?). Però questo indizio forse è eccessivo, mentre ferma lo sproloquio di Giordano: "Direttore, mi consenta". Ogni riferimento è puramente casuale. "Auguri agli amici della Destra" urla Ignazio La Russa, riattivato così come il TG3, ritornato in linea.

16.23 // Non possiamo perderci Fede e allora eccolo qua che già straparla, prima di presentare il fido numerologo che però "non dà i numeri". Emilio dovrà recuperare il terreno perduto con l’aria fritta: "Questa è una forchetta, come la possiamo chiamare? Sembra di parlare di cucina": è il direttore che conosciamo. Per ora è un duetto che speriamo diventi orchestra di strafalcioni. Mamma mia, ancora risate striminzite al TG2, nessuno ride, i due vignettisti si ostinano a perseverare. Una vignetta dice: Berlusconi: "prometto più tasse per totti". Squallida. Enrico Rotondo è pronto col dato dell’affluenza: 80.9% degli elettori ha votato (rispetto all’84% del 2006), con primato negativo di Napoli (74%). Susanna Petruni ha raggiunto Alessandra Mussolini e Beatrice Lorenzin, già vista al TG2. La prima esulta contenuta: "Vince il grande partito", riferendosi alla struttura di entrambi gli schieramenti principali. "Un fatto è certo, è la nostra vittoria" specifica la Lorenzin, che giusto due secondi fa aveva rimarcato come si trattasse di exit-poll e quindi merce a cui destinare poche attenzioni.

16.23 // "Chi non ha votato non ha il diritto di lamentarsi dopo" tuona con un mezzo sorriso Ermete Realacci, ricomparso ora alla corte di Daniela Vergara. Si continua a parlare a vuoto, nessun dato ufficiale ancora si palesa per dare un minimo di fondamento alle prossime chiacchere. "Forse per il rotto del Cuffaro": le battute dei vignettisti che albergano al TG2 è desolante. Covotta ha come ospite Russo Spena: due mummie ora blaterano davanti ai separèe firmati Sinistra Arcobaleno. Russo Spena non nasconde la testa sotto la sabbia: "Se i risultati saranno questi non sono affatto buoni" e via a cercare le ragioni dello sconforto. Uno sconforto virtuale, ricordiamolo, si parla di dati aleatori. Ma tocca parlare, quindi facciamo i seri. Al TG1 in collegamento con Bobo Craxi c’è Attilio Romita, mentre ora Sassoli, tornato padrone della scena, invoca Giannelli, firma del Corriere Della Sera, con il sottotitolo della vignetta "Proiezioni" in riferimento alle ombre di Berlusconi e Veltroni che si incontrano nel muro. No, c’è ancora Riotta, doppia partecipazione di conduzione. Claudio Sardo lancia un suo personalissimo teorema sull’arrivo dei dati, nuova forchetta stavoilta d’orario (16.30-17.00). Giannelli sinceramente suscita ilarità, ma in studio sembrano tutti mogi.

16.14 // "Prima che torno a lavorare, facciamo un giro di pareri": Riotta annuncia il suo ritorno dietro le quinte, ma nel frattempo di David Sassoli, il conduttore della prima mezz’ora, non c’è traccia. Si sarà offeso? "Per scaramanzia non la chiamo presidente ma onorevole": Mazza introduce il collegamento telefonico con Raffaele Lombardo, presunto leader in Sicilia. Paolo Celata è sicuramente il più bello di presenza tra quelli che stazionano al Viminale, ma sarà difficile scalfire la tranquillità che infonde Marco Frittella. Piroso intanto annuncia un quadro riepilogativo di dati, nuovamente exit-poll, ma con quanto ritardo (intanto arriva Marco Taradash). Quelli della grafica bisticciano con l’acceleratore. Elisa Calessi è la più graziosa nel parterre del TG1, nonché unica donna parlante tra i giornalisti. Riotta persiste sulla scena.

16.08 // Un’inquietante figura incappucciata con passamontagna bianco fa capolino dalla scrivania del TGLA7. Sicuramente mi sono perso la sua presentazione. Piroso promuove un libricino, perchè di marketta ce n’è sempre bisogno. Ops, eccolo l’autore del libro, un certo Polomba, proprio quello che giace mascherato a fianco del conduttore. Ci sfuggono i motivi di questo squallido travestimento. Da un divanotto beige, "siamo all’azzardo e allora azzardo anch’io" dice Enrico Rotondo, aspetto rilassato e compiaciuto. Compare la giornalista ben seduta, ma dove sono, in una suite imperiale rivestita d’ebano? Marco Frittella spunta dal Viminale comunicando i dati ufficiali dell’affluenza. Ridateci con più frequenza Simona Sala però: c’è in ballo una guerra con Luciano Guelfi del TG2 che non può finire scontata. Piroso ha deciso di virare sul varietà e ora Roy Paci e la sua simpatica ciurma cantano Toda Joia Toda Beleza: come interpretare questa coraggiosa scelta di fare poca informazione? Sicuramente un bel tentativo di smarcarsi dalla massa certamente noiosa dei concorrenti, ma non siamo oltre il limite dell’anticonformismo?

15.59 // Siamo davvero curiosi di attendere lo spettacolo che solo Emilio Fede saprà offrirci. Dovremo però attendere le 16.30 per iniziare davvero a ridere. Torna Feltri al TG1, collegamento ripristinato. Piero Chiambretti compare da Piroso dal proprio studio. "Bisogna valutare i dati, non limitarsi agli ex-pol" rimarca Mastella, che sfoggia un inglesismo raffinatissimo. "Sono sulla soglia delle considerazione, perchè è giusto fermarsi" prosegue verso la fine. E’ un incandescente fiume in piena, ma Mazza ora lancia la linea a Luciano Guelfi, autentico mattatore del pomeriggio, che strappa Tozzi di Consortium alla collega-rivale Sala, per annunciare come tra poco si parlerà di dati reali relativi ai primi spogli. "Lega razzista" secondo Russo Spena, lo riferiscono a Giacomo Stuffi del partito padano che al TG1 risponde con i numeri, ovviamente. Pubblicità senza frontiere da Piroso, che non si preoccupa più di tanto di stare sui dati, l’importante è svagarsi. "Per ora il vantaggio del centrodestra c’è dai nostri dati, ma può accadere di tutto" dice Tozzi, e per fortuna Mazza persevera con un "Può accadere tutto e il contrario di tutto". Quando si parla di aria fritta, non ci dovrebbe essere troppo da stupirsi.

15.53 // "Stavo facendo la riunione con i miei collaboratori, quando mi avete chiamato" ricompare così Giordano al TG2. Magari era al gabinetto ma non poteva scivolare al primo richiamo.  Tandem confermato al TG1, ma Sassoli sta ben distante dal suo direttore, che ora interpella Vittorio Feltri, al solito circondato da una biblioteca stile Liberty, che attacca con un "Qui c’è gente che parla e io non sento nulla" e si sbraccia perchè non sente una mazza. "Caccia tutti via dalla stanza" lo incita Riotta. I problemi di audio ci separano da questo sfizioso siparietto. C’è Claudio Sardo ora a parlare, proprio quello che Ferrara lapidò con una sonora mazzata sui denti nella conferenza stampa del suo partito su Raidue. C’è Ermete Realacci, il clone di Rosy Bindi e di uno del Bagaglino, che comunque ci crede. Piroso vuole smetterla con queste lagne ma fa il bravo. La cosa più interessante e traumatica è vedere dallo sfondo come in casa PD abbiano scelto il TG1 per seguire l’andamento dei risultati. Piroso se ne sarà accorto?

15.48 // Attenzione ancora a Guelfi, mentre la Vergara parla con Fioroni (ancora?!), che non molla gli occhi dalla telecamera. Guelfi continua a sbracciarsi, ed è nuovamente il migliore, con il terzo exit-poll da snocciolare prima di tutti. Anche in questo caso pochi sono gli aggiustamenti da segnalare. Eccola la Sala, che attendeva che finisse di discorrere Tabacci. Piroso non lo saprà neppure che ci sono i dati freschi.

15.41 // La noia contraddistingue lo Speciale TG1, ma neppure al TG2 ci si diverte. La noia dilaga e soltanto Piroso è capace di fronteggiarla adeguatamente. Mazza prova ad imbeccare spesso Mastella, ma il dibattito, in linea generale, si arena su un fiume insoddisfacente di parole formato analisi.  "Gli italiani sono diventati maturamente bipolari" sentenzia Rondolino, che pesca un avverbio che pretende conformità, ma il maglione beige scuro con un collo così slabbrato non può augurarsi eccessive attenzioni. Non ci sono in effetti grandi slanci di dinamismo. Pisanu sfodera una dialettica profondamente provata da accenti meridionali mentre vediamo spuntare Gianni Riotta, con la solita mise da TV7. E’ subentrato a Sassoli? Camicia bianca, Cravatta e pantaloni neri, e i soliti inguardabili occhiali da manifestante nerd del Dopoguerra. "C’è un collegamento" attacca Sassoli, defraudato furbescamente del centroscena, Riotta interviene subito con un "ma no prima sentiamo Gentiloni". Il povero David è costretto a cedere la scena al direttore, guai ovviamente contraddirlo. Con Balzoni dal PD parla Fioroni: in genere i politici ruotano a turno tutti i giornalisti (ben 700 insediatasi nel Partito Democratico) per dire quattro parole, che poi sono sempre le stesse, basta recitarle a telecamere diverse.

15.36 // Masi dal TG2 continua a leggere dichiarazioni di Pisanu e Migliore che stanno discorrendo due studi più in là nello Speciale TG1. "Done sono le altre forze? Non raggiungono il quorum": Piroso si riconferma idolo rileggendo i dati di Camera e Senato, tagliando subito le speranze dei partitini in cerca di una voce grossa da poter scaricare. "Berlusconi la maggioranza al Senato non ce l’ha, se mi posso giocare…" esclama il direttore di Europa Menichini, ta il divinatorio e lo sozzone.

15.27 // Il sito de Il Giornale è ancora fuori uso, La Stampa Web non ha ancora aggiornato il suo speciale: sveglia! Gentiloni sottolinea l’aumento dell’astensione, "ma abbiamo ancora 10-12 ore prima di avere i dati di pietra", hai voglia a discorrere. Attenzione col trash su La7, c’è un capelluto con parrucca che prova a cantare "Voglio una donna", mentre le telecamere riprendono di sfuggita nel buio un Piroso che se la svigna. Che modo è di alleggerire la tensione? Ferruccio De Bortoli conversa con Sassoli mentre Marcello Masi, dalla scrivania del TG2, rilegge le dichiarazioni di Calderoli e di Pisanu, che è al TG1. Attenzione ancora Ghelfi spunta dal quadratino, nuovamente brucia tutti coi dati dalla Sicilia, anche se stavolta Simona Sala segue a ruota strettissima. Schiacciante per ora l’affermazione di Lombardo sulla Finocchiaro (49-53%). Tra tre minuti (di pubblicità) Piroso annuncerà gli exit-poll siciliani. Non c’è sincronia a La7, ma con la differita si fanno ridere i telespettatori.

15.21 // Tajani su La7 prova a concimare di spavalderia una delle attese più snervanti della modernità, evidenziando come a soffrire ora sia il centrosinistra, grazie a questa tendenza degli exit-poll. Poi prova a riabbottonarsi con savoir-faire. Spunta Mario Giordano al TG2 in diretta dalla sua scrivania, nuova schermatina in basso a sinistra con Ghelfi che lancia il secondo exit-poll: brucia di nuovo tutti, compresa la belligerantissima Simona Sala del TG1. I dati in sostanza non cambiano di tanto, anzi. Ma vedere Ghelfi che si sbracciava come un allegro forsennato per avere la primogenitura della seconda trance di dati non ha prezzo. Piroso sente l’arrivo degli aggiornamenti a breve, ma il TGLA7 paga un ritardo quasi incomprensibile. Tozzi su Raiuno ora precisa i nuovi cambiamenti: la sua compostezza fa paura.

15.15 // "Siamo tutti transeunti, noi e i dati": Piroso show ribatte ai "numeri scritti sulla sabbia". E’ il più in forma e lo si nota con affetto. Tristezza impera su Raiuno: tutto fumo (il nuovo studio), poco arrosto, pochissimo commestibile, per ora. Gentiloni e Migliore guardano nel vuoto perchè tocca parlare di aria fritta e sentiamo questo Giannelli che affronta l’astensione: Cibi Avariati? Ho mangiato la scheda. E anche qua, come al TG2, nessuno ride. Tensione o pessima battuta, chissà. Mastella prova a salire in cattedra da Mazza, ma la sua telegenia è pari a -18. "La somma non fa mai il totale, diceva Totò", ma questa massima non lo salva dalle difficoltà di commentare il nulla. Andrea Covotta dalla Sinistra Arcobaleno introduce un certo Gianni, mai visto prima.

15.10 // C’è la Melevisione su RaiTre: il TG3 è subito scomparso ma tranquilli, riapparirà. Per ora continuano la marcia TG1, TG2 e TGLA7, che però non smetterà mai fino a domattina. Ida Colucci intervista Tajani, "C’è sorpresa ed attesa" sottolinea Mazza, costretto a surbirsi l’ennesime vignette. Una è inquietante: PARI come esclamazione tra Veltroni e Berlusconi che si danno la mano. Freneticamente insulsi (torna il "ma anche" di Veltroni, per rimpolpare la fiera luccicosa delle banalità). Piroso è sicuramente l’anchorman più efficiente, imbocca Rondolino che subito ammette come Berlusconi abbia vinto le elezioni: è l’unico che accantona la prudenza dopo il disfattismo del 2006. E’ il tempo delle chiacchere finchè non arriveranno dati aggiornati. A quali sfondoni assisteremo?

15.06 // Al TG3 sottolineao come i confronti con le precedenti elezioni siano impossibili. Si sente però uno studio nettamente silenzioso: nessun ospite a commentare? Alle 15.30 ci sarà il primo exit-poll dalla Sicilia. C’è Beppe Pisanu al TG1 e Sassoli mette subito le mani avanti: "Siamo ancora all’inizio". Paolo Gentiloni non può ovviamente dissentire, ma rimarca i precedenti di risultati stralunati. Una sorta di Claudia Villa invecchiata al TG2 parla dalla sede della Lega Nord, giacchettina verde acqua orripilante: mai vista questa Negri. Picciotta dalla sede dell’UDc con Ferdinando Adornato. Se tutti si tengono abbottonati, è il primo a parlare e "sta al gioco", visto che dopo la catastrofe del 2006 nessuno vuole festeggiare più in anticipo. C’è Bruno Tabacci da Sassoli. Grande immobilismo sul TG1, poco dinamismo, come se nessuno davvero volesse tentare di lanciare entusiasmi. Gennaro Migliore sottolinea la crescita dell’astensione.

15.02 // Gli speciali delle testate web dal Corriere a La Stampa arrivano in ritardo, per non parlare de Il Giornale ancora in affanno. Ricapitolando: alla Camera PDL 42%, PD 40%, SENATO PDL 42.5%, PD 39.5%. Considerando i dati centrali. Partita anche la maratona di La7 con Antonello Piroso, camicia con maniche arrotolate e cravatta senape decisamente inestetica. Generale momento di stanca: si stanno commentando i primi exit-poll. Silenzio, come previsto, delle reti Mediaset.

14.59 // E’ guerra aperta tra le tre testate, il TG3 vuole partire per prima, ma la brucia sul tempo il TG2 con i primi exit-poll. Il TG1 ancora spiega i sistemi di rilevamento. Intanto è testa a testa PD-PDL alla camera, con un sospiro maggiore della ciurma di Berlusconi al senato. Ora il TG1, in grave ritardo. Ma c’è Tozzi che collabora e l’impressione è che ci sia una maggiore analisi.

14.56 // All’appello mancava solo il TG3 e allora eccoti Bianca Berlinguer, credo, ora c’è una signorina che parla ma magari è un’inviata. O forse no. Hanno già pensionato la Berlinguer?

14.54 // Il TG2 sembra ancora non aver trovato equilibri: l’inviato dal Quirinale sbraccia nel quadratino in basso a sinistra, Andrea Covotta parla dalla sede della Sinistra Arcobaleno. Intanto si vantano da Mazza, che le agenzie hanno ripreso la prima dichiarazion al TG2 di Mastella. C’è odore di faida interna tra i tg Rai.

14.53 // Simona Sala affianca Tozzi di Consortium: "Abbiamo già i dati ma non li possiamo ancora dare". Difatti la legge vuole come inizio delle danze le 15. Comunque ci siamo. Tozzi spiega la forchetta e la Sala rinnova l’angoscia rimarcando lo sfondone di due anni fa.

14.50 // Mentre Ida Colucci mostra un cinturino giallo di riconoscimento là dal PDL, come senso di appartenenza, e mentre Mazza lo apostrofa come distintivo da villaggio vacanze, su Raiuno inizia la diretta dello speciale TG1 con David Sassoli. Presentati un paio di politici non ben identificati. Se non altro c’è lo studio nuovo che Sassoli aveva presentato ieri nell’edizione serale del telegiornale, nel parterre parecchi sono i giornalisti e anche Giannelli, noto vignettista. La risposta al duo comico del TG2?

14.41 // Puntuale parte la diretta del TG2, Mauro Mazza presenta il suo ospite d’onore, Clemente Mastella, annunciato come un calciatore azzoppato e ora costretto causa infortunio a giacere in panchina: "Mi sono entrati nella gamba troppo violentemente" biascica l’ex Guardiasigilli. Presentazione dei due vignettisti, che proveranno ad imitare Vauro, e perlomeno con le prime figurine prendono spunto dall’amore di Vauro per Mastella. Ma le battute fanno zittire tutti. Primo collegamento con Consortium di Piepoli, si partità con gli exit-poll e "con elementi imponderabili" annuncia in collegamento l’addetto alle rilevazioni. Iniziamo bene. Daniela Vergara dala sede del PD o giù di lì fa la conta: 700 giornalisti accreditati per condividere un bel mal di cuore. Ora Ida Colucci direttamente dal PDL, bello vuoto.

ANTEFATTO // Io intanto la butto lì. Tra 43 minuti chiudono le urne, proviamo un pronostico? Dunque, alla camera: PD+IDV 39,2/41,5%, PDL+Lega 42,2/45,1%, Sinistra Arcobaleno 6,8/8,6%, La Destra 5,7/7,2%, Partito Socialista 1,9/3,4%, UDC 7,2/9,4%. Mi sa che i principai li ho detto tutti. Per il Senato rimango con questi valori, tanto saremo lì. E con l’incubo del pareggio sempre incombente. Nel frattempo neppure sono finiti i giochi che partono le burle: a Palermo manca una vagonata di schede del Senato. Speravamo che almeno stavolta i brogli rimanessero distanti, invece temo che chi perderà le elezioni ci farà un pensierino.

DAVID SASSOLI DECLAMA FOSSILIZZATO L'ENNESIMA VELINA AUDITEL: RAIUNO BATTE DR. HOUSE. DI UN PELO

Ma che tristezza, questa Rai. David Sassoli avrebbe voluto fossilizzarsi quando, in chiusura del TG1 di questa sera, ha dovuto necessariamente piegarsi al volere aziendale declamando l’immancabile velina Auditel che decantava la vittoria di ieri sera di Raiuno. A Viale Mazzini non se la passano bene, gli ascolti latitano, la rete di Fabrizio Del Noce subisce gli avversari Mediaset 5 serate su 7: cos’altro c’è di meglio allora che puntualizzare per benino le vittorie? Se sulla forma si può discutere – e purtroppo si discute da tempo, ma mai che fosse cambiato qualcosa sullo stile – il contenuto fa estremamente ridere. Il giornalista del TG1 ha fatto notare come ieri sera la fiction Gente Di Mare 2 ha battuto la serie americana Dr. House, che giusto sette giorni fa stracciò Raiuno e pure L’Isola Dei Famosi, ovviamente a suon di numeri. Ma il bello è che il distacco, soprattutto nel periodo di sovrapposizione – su cui si è puntualizzato con estrema precisione – è minimo: per Gente Di Mare 2 5.164.000 telespettatori (share del 20,30%) mentre per Dr. House 5.012.000 telespettatori (share del 19,70%).

Chissà invece quanto avranno gioito ai piani alti della Rai, gongolando su un successo risicato ma soprattutto vuoto, visto che il 20% di share è un dato inferiore di almeno 3 punti alla media di rete garantita alla Sipra. Ma tant’è, tocca pure sorridere viste le disgrazie, e non c’è miglior modo che accentuare la spallata data a Dr. House che, come ampiamente pronosticabile, sconta la latitanza del pubblico più giovane adeguatamente ripartito tra festoni prefestivi e campionato di calcio, mostrando però una sorprendente tenuta di ferro. Mediaset, non a caso, fa notare come sul target commerciale non ci siano rivali, e risponde piccata all’analisi fornita dalla Rai anche sugli ascolti dei propri talk-show di seconda serata: Matrix, si legge sul comunicato stampa, batte Porta A Porta, ma pure in questo caso si ragiona al fotofinish. Semmai, anche qui, si potrebbe ragionare sul contenuto: Bruno Vespa ha di nuovo puntato sul caso Cogne, seppure mischiato tra gli altri delitti sanguinari, mentre Enrico Mentana ha addirittura dedicato la puntata al Dr. House, in una delirante costruzione di un’apoteosi mediatica che farebbe impallidire pure David Sassoli – senza dubitare del valore reale della serie, che farebbe volentieri a meno di essere sostenuta così spudoratamente da logiche aziendali. La tv s’è ridotta così, ahimè, e la battuta di Sassoli sul finire del telegiornale è cristallina: "Lotta all’ultimo spettatore". Aiuto.

ANCHE CECCHI PAONE SI RITIRA: L''ISOLA' DELLA VENTURA SI DISPERA (MA SARA' VERO?)

Piangere le è difficile, così s’accontenta di ridere amaro, affogando in una proverbiale disperazione. Le ne andrà mai bene una a Simona Ventura? L’Isola Dei Famosi continua a mietere vittime volontarie, ma per fortuna che il dio Auditel continua a graziarla – anche se, ad onor del vero, motivi per dichiararsi entusiasmi della quarta edizione del reality ce ne sarebbero pure – altrimenti si sarebbe davvero lasciata andare ad una santificante macellazione. Quanto avevano faticato in ufficio a raccattare nomi più o meno famosi, nessuno che se li filava, Simona sull’orlo dello svenimento causa mancanza di protagonisti: puntano tutto su Cristiano Malgioglio, ma il pubblico birichino decide di sbarazzarsene; provano allora a sostenere Francesco Coco, anche perchè il cachet che lo aveva spinto ad isolarsi non era certo quello di un metalmeccanico, ma insospettabili problemi lasciati a casa lo spingono ad abbandonare la ciurma; dai, rimane Alessandro Cecchi Paone, l’orso rubicondo sceso in Honduras per ritemprare ormoni e pregiudizi, ma bastano 6 settimane e un’incomfessabile voglia di palmare a farlo cedere. Due ritirati, uno dei più interessanti brutalmente eliminato. Simona si distende sconsolata sul widewall che ad inizio puntata la osanna illuminandone la falcata: fuori tutti i personaggi di primo piano, quelli di primo pelo – i nip – si sbracciano con lodevole snobismo con la speranza di metterci una decorosa pezza dando fuoco a qualche diatriba, ma le improvvise ed incredibili defezioni spalancano le porte al nervosismo dietro le quinte, con il rischio di azzardare mosse sconfortanti pur di prevenire eventuali disagi.

Di sostituti l’Isola s’è sempre munita per rispondere ad abbandoni scontati o imprevedibili specialmente nelle prime edizioni, ma stavolta il cambio della guardia rischia di risultare indigesto: ancora Ivan Cattaneo? La Ventura se l’è direttamente portato da Music Farm, con la speranza di rimpolpare l’Honduras del fattore omosex che lo stesso Malgioglio, più che il deludente Cecchi Paone (che ne doveva essere il paladino, e invece) schierò per potersi fregiare del titolo di regina della spiaggia, facendo divertire (e ovviamente inorridire) un po’ tutti. Riuscirà Cattaneo ad armarsi di urletti a tema per non far sentire troppo le mancanze di due punti di riferimento, che sono ahimè ritornati all’estenuante normalità? Ma più che Cattaneo, che probabilmente è la prima pedina di un gruppo di recuperati da vari reality messo alle strette dalla sopraggiunta ed inevitabile carenza di materia umana prima, a fare maggiormente scalpore è il secondo nuovo arrivo nell’Isola, quello della modella russa Victoria Petroff. Perchè la bionda top-model, di cui nessuno nasconde passati amorosi bollenti e soprattutto di un certo livello, alle telecamere c’è avvezza parecchio. E la stessa Ventura non può che ammetterlo, sperando così di lavarsi dignitosamente la coscienza dopo che di un terzo dei non famosi s’è malamente scoperto di malandrini trascorsi televisivi (da Vittorio De Franceschi a Viviana Bazzani, che strenuamente ha voluto difendere la propria verginità mediatica). Il problema è che Simona s’era solennemente impegnata a ribadire che quest’anno avrebbe scelto concorrenti dal passato più lindo possibile, con una storia da raccontare ma il più possibile lindi da esperienze compromettenti che possano far scatenare le più inverocende supposizioni: e ora arriva questa Victoria qua, che passa tranquillamente per palese raccomandata, ma tanto ormai chi si accolla il rischio di un non famoso davvero non famoso? Nessuno, e via con un’altra slinguata di immancabile ipocrisia (a partire da Massimo Giletti come opinionista, colui che della Ventura disse peste e corna compreso l’Isola Dei Famosi, sputando sul trash: però, complimenti eh).

Intanto Vittorio De Franceschi ha già adocchiato la procace Victoria. La mossa degli autori voleva destabilizzare il testosterone del gruppo, e soprattutto quello del bellone di turno? Peccato che insistenzi iliazioni vogliono il bel Vittorio in rapporti (platonici?) con un "tonico" stilista, ergo poco incline al profumo femmineo. E di nuovo, così, ecco spuntare l’alone gay-friendly che sembra connotare quest’Isola furente e dissossata, con rotule che scappano un po’ ovunque e articolazioni che sembrano girare entusiaste prima di doversi piegare a cigolii sospetti. Simona Ventura sospetta ma non vuole credere a repentini sfaldamenti, però forse è meglio prenotare una visitina. Sempre che gli autori non abbiano già chiesto un consulto (ma avranno beccato il dottore giusto?)…

ENRICO MENTANA CHE PARLA DI FORMULA 1 (SENZA GIORNALISTI E OSPITI)? QUALCOSA NON QUADRA (E 'MATRIX' AFFONDA)

C’è qualcosa che c’è sfuggito? Non tutto sembrava quadrare ieri sera in seconda serata. Enrico Mentana a Matrix s’è messo a disquisire del trionfo Ferrari in Formula 1, mentre l’avversario Bruno Vespa a Porta A Porta non si smentiva, sguazzando con insospettabile fierezza nella diatriba Mastella-De Magistris. Ma quando mai a Matrix si parla di sport, anche se di mezzo c’era il rocambolesco mondiale di Kimi Raikkonen? E soprattutto: perchè uno speciale così, a parte gli sforzi di lusso di Sky (che già delizia con telecamere ovunque) non ce l’ha offerto la Rai, che custodisce con celata soddisfazione i diritti dello sport che attualmente garantisce una platea di telespettatori ancora esagerata nonostante le prime (insignificanti?) crepe di una disaffezione però tutta da decifrare?

L’imbarazzo è palese. Federica Balestrieri domenica ha avuto una risicata quindicina di minuti per dire qualcosina nel dopogara del Gran Premio di Brasile, una battuta mozzata di Cesare Fiorio e una automozzata di Jean Alesi e poi via al TG1 (che è pure partito in ritardo di qualche secondo). Poi il nulla, a parte le incursioni nei vari telegiornali delle reti di Viale Mazzini, fino alla Domenica Sportiva su Raidue. Ma non s’era vinto un mondiale? Stupisce tutti infatti che se ne debba occupare Enrico Mentana, che pure gode di una redazione motori di gran lunga più emozionante e spigliata di quella Rai: mancava forse un argomento valido per intonare la puntata del lunedì di Matrix, se si è stati costretti a dirottare l’interesse (meritato, ma strano) sulla Formula 1, quando la Rai avrebbe tutti i doveri di farlo? Perchè la trasmissione di ieri sera chez Mentana appariva alquanto raffazzonata: nessun ospiten Ferrari, nessun collegamento da Maranello, Chicco se l’è dovuta cavare con una discussione a tre coinvolgendo Alessandro Zanardi e Max Biaggi, che non hanno potuto far altro che snocciolare banalità, giustamente ai margini di un evento che doveva poter essere raccontato da chi l’aveva vissuto. E non è sufficiente che tutto il peso venga scaricato sull’esclusiva (?) confezionata dal grande inviato Giorgio Terruzzi, che ha raccontato il dopogara e tutti i retroscena in una sorta di thriller-reality: era davvero così difficile ospitare un giornalista sportivo di Cologno Monzese in studio? Sussulti risigati: un servizio-cronistoria della stagione appena trascorso cerca di riemozionarci, ma è troppo poco. Almeno consegnateci i sempreverdi Andrea De Adamich e Claudia Peroni, che domenica sera, nel salotto calcistico di Controcampo su Italia 1, si stavano infervorando e non poco annusando i rischi di una possibila squalifica di Bmw e Williams. Non li avranno voluti in onda?

Il mistero rimane. E anche la delusione, che i dati Auditel non mancano di sottolineare. La troppa approssimazione di Matrix è stata duramente scontata da Mentana con 1.258.000 telespettatori e il 15,68% di share, non pochissimi, ma su Raiuno Bruno Vespa ha fatto il pieno di 1.771.000 telespettatori e uno share del 23,89%. Applausi comunque a Mentana per il coraggio: in Rai hanno una gallina dalle uova d’oro, la chioccia Formula 1, ma sono specialisti a distruggere con superbia le più luccicanti covate. Qualcuno ha notizia di eventuali speciali? Di appuntamenti esclusivi? La depressione continua.

MIKE BONGIORNO A MISS ITALIA, MANCA L'UFFICIALITA'. NEL FRATTEMPO REGNA INCERTEZZA SU CHI LO ACCOMPAGNERA'

Era ormai scontato che l’unico nome favorevoli ai gran capi fosse il suo. Ora si attende la plateale ufficializzazione ma, salvo imbarazzanti equivoci dell’ultima ora, sarà Mike Bongiorno il padrone indiscusso dell’edizione 2007 di Miss Italia. L’unico conduttore che non incontra le ire di Patrizia Mirigliani, l’unico perlomeno digeribile, anche se ovviamente i convenevoli non mancano, e alla stampa la figlia del patron storico Enzo, 82enne come Mike, non manca di garbo: «Se il suo nome sarà confermato – ha detto – si tratterà di una notizia fantastica per la manifestazione, per Salsomaggiore e per la Rai, che progetta di realizzare un’edizione completamente diversa. Sono sicura che porterà a Miss Italia idee innovative e importanti». A meno che in un paio di giorni non esploda di nuovo l’ennesima, insostenibile, bagarre – di cui la Ventura sa stranamente qualcosa – la scelta tanto agognata è fatta. Mancano ora solo i dettagli, visto che quelli più corposi sono stati già saldati da Mediaset, che non ha tentennato a firmare al popolare conduttore (fedele all’azienda di Cologno Monzese dal 1981) la liberatoria per scappare a tempo in Rai. 

Non saranno però certo dettagli i cambiamenti che la stessa Mirigliani junior annunciava tra le righe, nonostante si fosse strenuamente messa di traverso quando Simona Ventura, dall’alto del suo tasso rivoluzionario, fu candidata alla conduzione, e avesse confermato che solo puntando sulla tradizione si evitava il rischio di mandare tutto all’aria. Dettagli non insignificanti e di certo non invisibili, perchè non riguarderebbo aggiustamenti ai meccanismi dell’ormai rutilante manifestazione, ma direttamente la conduzione. Due volti femminili affiancheranno Mike. Da una parte Ambra Angiolini, dall’altra Luciana Littizzetto. Un bel trio pronto a scardinare qualsiasi (ormai ripugnante) tradizionale riferimento. Ma se sulla moglie di Francesco Renga, ormai devota al cinema e alla professione di mamma, non ci sono ostacoli – semmai ci si potrebbe interrogare sul suo ruolo nella kermesse -, sul nome di Luciana ci sono ancora discordanze. Che non spuntano dai soliti pettegolezzi, ma provengono direttamente dall’interessata. Che pure, spaparanzata in montagna per una vacanza che non si sogna di interrompere, si stupisce: «Me l’hanno chiesto, certo che me l’hanno chiesto, e pure tante volte, sono anche molto lusingata, ma mi dispiace, ho detto no». Per lei, è inevitabile, era pronto il costume di anti-Miss, l’eterna guastatrice che fa a pugni con bellezza e ceretta. Una parte che le riesce senz’altro benissimo. Ma siamo sicuri che non sarebbe stato troppo per una kermesse che è ancora profondamente legata alla tradizione, come dimostra non a caso la scelta di puntare su un usurato sicuro come il buon vecchio Mike? Siamo sicuri che colorite battute della Littizzetto non avrebbero fatto arricciare i nasi della Mirigliani e company? Senza parlare poi delle gaffes sempre in canna di Mike, perle inimitabili e inevitabili del suo corredo. Simona Ventura forse le risultava antipatica, ma alla corte di Patrizia Mirigliani sembrano affacciarsi nuove grane e non è affatto detto che il risultato finale, comprensivo di conferme che ancora latitano, diventi più gradito. 

LOREDANA LECCISO E' L'UNICA NUAFRAGA CONFERMATA: L''ISOLA' DI SUPERSIMO PARTE NELLA NEBBIA

Se la dovrebbero passare decisamente male Simona Ventura e il suo fidato clan se l’unico nome degno di nota per rinvigorire l’Isola Dei Famosi quinta edizione è quello altisonante di Loredana Lecciso. Il cast è in alto mare, i vip non si trovano, chi viene trovato o rifiuta o viene spinto a farlo, e in quest’ultimo caso annoveriamo il diniego forzato di Riccardo Bossi, figlio del senatùr Umberto. Quest’ultimo caso è però la prova di una difficoltà quasi insormontabile nel tentativo di rimpolpare una benchè minima truppa da spedire in Ecuador: se tocca rivolgersi ai figli dei vip per fare il botto, allora stiamo freschi. Perchè di celebrità vere, passate o presunte neppure l’ombra, rimarrebbero quelli che volentieri non si negano ad un florido riciclo, vedi proprio la signora Lecciso, che bisserebbe con estrema felicità l’esperienza di un reality, dopo averci esordito con la prima edizione della Fattoria, esperienza alquanto disastrosa. Dalla Magnolia nessuno si sbilancia, ma i bene informati riferiscono che si stia trattando ora di centesimi, discrepanze di cifre e qualche remora opportuna sono elementi su cui si deve ancora lavorare. E il bello è che, se la consideriamo tale – vista la sua non ufficializzazione – Loredana sarebbe al momento l’unica naufraga pronta a partire. E gli altri cinque dove sono? In teoria la produzione dovrebbe radunare dodici partecipanti, e fortunatamente un cospicuo apporto verrebbe da sei naufraghi sconosciuti reclutati attraverso casting normali. Ma neppure in questo caso girano visioni comuni, tanto che è la stessa Ventura a mescolare le carte annunciando quasi perentoria «non è vero che saranno sei famosi e sei sconosciuti», e relativamente ai famosi aggiunge: «Nessun nome è stato deciso, nessun concorrente ha firmato». Una conferma puntuale: la tribù dell’Isola è ancora vuota, quando mancano due mesi esatti alla partenza del reality (confermata per mercoledì 19 settembre su Raidue).

In verità, alcuni nomi circolavano nell’ambiente, ma sono stati freddamente smentiti. Alcuni in maniera scontata, come nel caso di Azouz Marzouk, il padre di famiglia che a Erba perse moglie, figlio e suocera in uno dei delitti più drammatici e spettacolarizzati dell’ultimo periodo. La smentita di una sua eventuale partecipazione non ha affatto tardato, ma già circolava quanto bastava per alimentare le malelingue, agevolmente supportate dal fatto che all’affascinante e luccicante mondo dello spettacolo Azouz non aveva affatto paura di adocchiare divertito. Scartata anche la partecipazione di Ilona Staller e quella di Federica Moro, avvenuta in realtà in un totale silenzio. Anna Falchi era stata vista entrare ed uscire repentinamente dalla sede milanese di Magnolia, la società di produzione dell’isola, ma ha ribadito ben presto che, nonostante frenetici contatti, non se ne sarebbe fatto nulla. Rinunce su rinunce, a Simona e al suo staff non sono rimaste neppure le briciole. Dove pescare i pesci necessari, sperando che siano eccellenti? Perchè se è vero che il vippame indenne dal reality quantitativamente scarseggia, non può essere bypassata un’ulteriore scrematura sulla base della qualità. Non basta un personaggio qualsiasi, l’importante è che sia televisivamente forte. Anche perchè, e qui starà la difficoltà, da quest’anno si cambia, niente sotterfugi trasgressivi, «basta con i litigi, le parolacce, le volgarità», afferma decisa SuperSimo. Tocca trovarne di belli, bravi e buoni, e non è detto che ci si riesca. Simona lo spera, anche perchè l’Isola rappresenta la base della sua rinascita artistica, dopo il fallimento su Raiuno e la scontata ripartenza dal lido felice per poter ripuntare a vette più ambite. Ovviamente, fallire non è assolutamente contemplato. Già Miss Italia negatole dalla piccola Mirigliani non le è ancora andato giù, e ora ci si mette un’Isola ancora a pezzi a tentare nuovamente di destabilizzarla. Intanto il tempo stringe e in molti iniziano già a tremare.

GIGI SABANI BOCCIA CATERINA BALIVO. COM'E' BELLO SPARARE SENTENZE DA DISOCCUPATO ECCELLENTE

Non è questione di mera antipatia quella che attanaglia il sottoscritto alla visione di Caterina Balivo. Lo show che conduce con Biagio Izzo ogni martedì sera su RaiUno, Stasera Mi Butto, non è di una fattura encomiabile, anzi perfettamente tagliato sul tradizionale sbadiglio estivo di chi ha incidentato malamente qualche ora prima l’automobile e così non può scappare da casa. E’ il programma della consacrazione per Caterina, che non ha affatto perso tempo e staffe per cucirsi addosso la stoffa che si sente di meritarsi, scavalcando senza troppi onori la divenuta spalla Biagio Izzo, comico che anche solo per un’esperienza che sulla bilancia varrebbe qualcosina di più di servizi matrimoniali lanciati da una poltrona. La spalla designata, Massimiliano Ossini, se l’è svignata appena ha potuto, ma c’è anche chi a viso aperto la affronta, scrutando il tentativo della novella conduttrice di ritagliarsi il proprio spazio illuminato su Raiuno. C’è infatti un certo Gigi Sabani che dalle colonne del settimanale Di Tutto non sfodera alcuna remora nei confronti della showgirl, che guida una delle trasmissioni di punta dell’estate della prima rete Rai.  Una trasmissione, ammette Sabani, «lontana da quello che era la mia, che era solo dedicata agli imitatori. In questa edizione ci sono personaggi imbarazzanti. Non credo sia un grande successo». I numeri Auditel non sembrano in effetti tradirlo, visto che dall’esordio al terzo appuntamento (il quarto andrà in onda proprio stasera), Stasera Mi Butto ha perso quasi tre punti percentuali di share, passando dal 22,03% al 19,77%, mentre al diretto avversario, la replica (!) delle prime due stagioni di R.I.S. – Delitti Imperfetti proprio la settimana scorsa è riuscito il sorpasso, obiettivo che in verità pareva nettamente alla portata della fiction di successo di Canale 5. Ergo, a vedere le cifre, di motivi per esultare ce ne sarebbero poi, nonostante nel periodo estivo le menate vengano meno, i grattacapi scompaiono perchè non ci sono più pubblicitari davanti ai quali abbassare la testa, nè garanzie da difendere o conquistare. Però vedere uno show battuto da una fiction in replica la dice alquanto lunga sulla presa del pubblico del duo Balivo-Izzo.

E’ soprattutto la mora e napoletana Caterina ad attirare le critiche di Sabani, che senza mezzi termini emana una sonante bocciatura: «Caterina è bella e brava, ma ha un modo di fare la conduttrice non adatto a questo programma. La Rai dovrebbe utilizzarla per fare trasmissioni soft come Festa Italiana, non varietà». Proprio le trasmissioni dalle quali la Balivo partiva per spiccare un volenteroso salto in avanti. Ma è anche vero che è pressochè inutile fare confronti con assodati mostri sacri come Massimo Lopez o Pippo Franco, additati da Sabani come conduttori ideali per questa manifestazione. «Datela in mano a chi ci capisce di comicità» esorta Gigi, che non dimentica di ricordare che «questo programma è mio!», anche se l’aveva soltanto condotto qualche anno fa, prima di essere riposto in freezer. Il programma e lui. Perchè, diciamocela tutta, Gigi Sabani, dall’alto di una poco invidiabile assenza dal piccolo schermo, sta lanciando sentenze da eccellente disoccupato, lui che sarebbe l’ideale per RaiUno, «amato dalle famiglie, dalle vecchiette, e non dai teenager a vita bassa e che si fumano gli spinelli» – alè, un maestoso collage di banalità. Ad ogni modo, ce ne sono anche di disoccupati illustri che si stanno svenando per combinare qualcosa di nuovo da proporre a questa tv che delle novità ha il terrore più assoluto. E invece Sabani non si pone neppure il problema, anzi si loda pure affermando di godere ancora «di una tale popolarità che potrei anche non fare più la televisione». E, per la verità, non manca proprio a nessuno. Lui dice di non volersene stare proprio con le mani in mano: «Mi piacerebbe fare tv, ma non vado a cercarla. Ho progetti, ma chi ti ascolta? Bisogna aspettare che la ruota giri». Oppure che ci si metta d’impegno per girarla. Magari dando un improvviso scossone a quell’identità ormai colabrodo da imitatore perenne che lo ha progressivamente affossato. Poi però scopri che Gigi sta lavorando all’imitazione di Fabrizio Corona e Henry John Woodcock, e allora pensi che tutto sommato, quella là, Caterina Balivo, seppure acconciata come una Barbie appena uscita da ostetricia e col tacco avvelenato, non sia poi così malvagia.

RAIDUE HA '7 VITE': BASTERANNO PER EVITARE COSTANTI DECESSI?

Ci risiamo. Alla Rai hanno ancora voglia di sperimentare, nonostante un’impressionante catalogo di fallimenti senza appello nel settore sit-com. O minifiction. Oppure reality-com. Perchè farà parte di questa nuova esuberante categoria il nuovo progetto per il preserale autunnale di RaiDue, 7 Vite. Il direttore di Rai Fiction Agostino Saccà è imperterrito: dopo gli onori raccolti al FictionFest di Roma, dove si è esaltato al ritmo delle strepitose fiction prodotte per l’azienda di Stato e dove ha ribadito – semmai ce ne fosse stato bisogno, viste le evidenze – che ce ne saranno sempre di più e più, garantisce – viste le evidenze – massimi sforzi anche in quei prodotti tradizionalmente invisi alla tv pubblica, quelle sit-com così tanto divorate dai giovani e invece profondamente ignorate quando vengono distribuite nella triade di canali Rai. Le conferme di continue débacle non si contano più: prima fu Cotti & Mangiati con Flavio Insinna e Marina Massironi, poi venne il flop – tutto italiano, però – di Buttafuori su Raitre, e sempre sulla terza rete il neonato Colpi Di Sole se la sta passando malissimo. Abbiamo escluso l’altro disastro, Sottocasa, classificabile come soap-opera e naturalmente come ennesimo tentativo fallito di imporsi in questo particolare settore, nel quale la concorrenza di Mediaset se la cava decisamente meglio. E ora arriva 7 Vite. Se a questo drammatico case history ci aggiungiamo le precarie premesse dalle quali la sedicente reality-com (meglio situation comedy, basta con gli affascinanti ma vuoti neoinglesismi) tenterà di sopravvivere, ci sono tutte le condizioni per mettersi subito in agitazione.

Come si conviene da gentiluomini, però, prima annotiamo qualcosina del nuovo progetto, girato nel centro di produzione tv Rai di Napoli – nel quale dovrebbe svilupparsi anche la soap Agrodolce, ancora in stand-by – e prodotto dalla Publispei, soggetto di fiducia della Rai, visto che le ha fornito il successo Un Medico In Famiglia. 7 Vite è incentrato sulle vicissitudini di un ragazzo (Luca Seta) caduto in coma a 15 anni e improvvisamente risvegliatosi a 30 anni, gettando d’impulso gli occhi in un mondo profondamente modificato. Davide, questo il suo nome, ritorna così a casa, dove riassapora la presenza della sorella, del suo amico d’infanzia e della madre di quest’ultimo: è mosso da una grande voglia di crescere, di recuperare il tempo perduto, senza sapere che finirà innamorato della cugina (interpretata da Elena Barolo, ormai attrice dopo l’esordio a CentoVetrine) mentre la sorella è rimasta ancora singole e il suo amico continua a cibarsi di Playstation e video porno raccattati su Internet. Una trama tutto sommato interessante: perlomeno non si approfitta dello stra-abusato metodo di ripresa a telecamera fissa e permette un racconto di respiro più ampio. Ma ovviamente qui iniziano i dolori. Parecchi.

7 Vite sarà realizzaa dal vivo, davanti ad un pubblico vero. Esempio lampante, è quello di Buona La Prima! di Ale & Franz, che su Italia 1 ha ottenuto buoni risultati: lì i due comici improvvisavano senza copione, qui gli attori del serial recitano misurandosi però immediatamente con la platea, le cui «risate, se ci sono, sono vere» precisa puntiglioso il direttore di Rai Fiction Saccà, che spiega al Corriere Della Sera: «Il principio è un po’ quello teatrale: gli attori provano le scene e poi recitano dal vivo al piccolo gruppo di spettatori». Che ovviamente saranno il parametro primo per valutare il successo o il fallimento del progetto. Per il momento i gruppi di spettatori scelti da nord e sud per valutare alcune puntate-pilota sembrano aver fornito indicazioni positive, come conferma lo stesso Saccà: "Sono piaciute soprattutto ai giovani – dice – non sapendo da quale rete fossero prodotte". E’ proprio qui, in questo punto dolente, che si annida l’inghippo, che da solo basterebbe a palesare i primi forti sentori di malriuscita. I giovani assoldati per giudicare le puntate-pilota non sapevano a quale rete fosse destinata la sit-com, ma hanno provato ad indovinare, così prima hanno pensato che si trattasse di Italia 1 e poi di Canale 5. Soltanto dopo, forse allo stremo e forse in mancanza di ulteriori alternative – Raiuno bocciata e Raitre pure, nonostante gli ultimi tentativi – hanno pronunciato RaiDue. Il che darebbe immediatamente l’idea che, se l’obiettivo fosse quello di arpionare il pubblico giovane, l’unico risultato sarebbe il disastro. E invece per Saccà i giovani-cavie «avevano percepito la modernità del progetto» e per questo soltanto per ultimo avevano nominato RaiDue. Beato lui che ci crede.

Come se non bastasse una sfacciata evidenza di inseguire il target di riferimento nel canale sbagliato o perlomeno quello meno indicato – e il bello è che neppure gli altri due farebbero al caso… -, i più puntigliosi fanno notare come 7 Vite nasca da un format spagnolo. Rigirando con maledetta benevolenza il coltello nella fastidiosa piaga dell’utilizzo di sceneggiatori stranieri quando qua in Italia di menti ne avremmo a volontà. E Saccà è laconico: «Speriamo così di ridurre i rischi al minimo». Ovvero: fiducia zero nella ciurma creativa made in Italy. La motivazione è eccezionale quando inopportuna: «Ci misuriamo in un campo poco esplorato: una produzione di tipo industriale, con un linguaggio fortemente innovativo». Siamo davvero curiosi di sorbirci queste millantate innovazioni, anche perchè le soluzioni sono due: o queste piacciono e quindi via libera agli applausi per l’obiettivo centrato, oppure queste non piacciono e così si dirà che sperimentare è inutile perchè tanto il pubblico italiano non capisce le innovazioni. Un bivio complicato, che di certo non spiega il perchè dell’ennesima adozione di un’idea straniera, anche perchè c’è sempre di mezzo l’insostituibile adattamento italiano, che ritocca o stravolge il copione originario. E anche in questo caso, a seconda dei risultati, si potrebbe sparare a zero contro un format seguito pedissequamente o un riadattamento di scarso successo perchè troppo lontano dall’originale. Le premesse, come detto, non sembrano sprizzare ottimismo, anche perchè, a rincarare la dose, ci si mette di mezzo anche la collocazione oraria: 7 Vite sostituirà, udite udite, la striscia quotidiana delle 20.00 di Tom & Jerry, dagli ascolti assicurati. Quando qualcuno tenta un’esperimento va sempre lodato, e maggiormente applaudito quando prova a scompaginare scelte di palinsesto che, benchè fruttino ottimi ascolti, sono più stantie di una mela ammuffita. Ed infatti ora il rischio è questo: riuscirà 7 Vite a non far rimpiangere la striscia di Tom & Jerry in quanto ad ascolti, oppure un fallimento – dato per scontato, visto il trend negativo delle ultime esperienze – decreterà il ritorno del sempre uguale (ovvero cartoon prima dell’edizione serale del TG2? Ci sono sempre le guest-star (come Maria Amelia Monti, Max Tortora, Nino Frassica ed Amanda Lear) pronte a raddrizzare la faccenda, ma senza la garanzia che basti una faccia nota – o le rassicurazioni ottimiste del fido Saccà – a risollevare morale ed ascolti.